Devo ringraziare Cineuropa. Naturalmente per la fiducia che mi ha concesso per questo spazio ma anche per un banner 'pubblicitario' che ha fatto capolino per qualche tempo nell'home page del sito. Sono venuto così a scoprire che l'Istituto Catalano delle Industrie Culturali (ICIC) ha lanciato una concorso internazionale per il ruolo di direttore della Filmoteca Catalana. Precisando che si tratta di un'iniziativa motivata dal fatto che l'attuale responsabile, Roc Villas, è andato in pensione. E in tre lingue (catalano, castigliano e inglese) si spiega che il concorso è aperto a candidati di qualsiasi stato membro dell'Unione Europea o con residenza legale in Spagna e che dimostrino di essere specialisti dell'audiovisivo e di aver avuto un'esperienza significativa nella direzione o gestione di istituzioni culturali similari.
Perché mi ha colpito? Perché, anche se tutto si dovesse risolvere con una decisione interna e/o politica catalana, c'è almeno la sensazione di avere di fronte un'amministrazione che, pur essendo regionale (con le ampie libertà delle autonomie spagnole), sotto la bella voce "Lavora con noi" guarda all'Europa e anche ai nuovi cittadini (la residenza legale). Non dimenticandosi della trasparenza amministrativa e della pubblicità delle sue iniziative.
Senza voler fare il "Report" della situazione (il programma della Gabanelli che quando tratta un tema italiano va subito a vedere cosa accade specularmente in Europa - soprattutto Germania - e ci fa giustamente neri), mi domando però: che cosa accade da noi?
Si dà il caso che negli stessi giorni del catalano bando sia stato nominato, come recita il comunicato ufficiale, il nuovo Conservatore (che sublime ossimoro!) della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia. Insomma, come in Spagna, una sorta di direttore della Filmoteca Italiana. Per carità tutto è stato fatto secondo le regole (lo Statuto del Csc, in particolare l'articolo 5). Per carità il "dott." (sempre come burocraticamente recita il comunicato) Enrico Magrelli è persona stimata e vieppiù stimabile nel panorama professionale cinematografico italiano (certo concentra sulla sua persona un numero abbastanza impressionante di incarichi che la nota della Cineteca ben sottolinea dimenticandone pure uno, la vicedirezione del Bari International Film&Tv Festival).
Fatto sta che, come in un sogno, ci sarebbe piaciuto leggere da qualche parte, senza peraltro bisogno di modificare in alcunché lo statuto, che "il Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, 'prof.' Francesco Alberoni, ha indetto un concorso internazionale per il ruolo di Conservatore della Cineteca Nazionale aperto a candidati di qualsiasi stato membro dell'Unione Europea o con residenza legale in Italia. Il candidato scelto, in base alla specializzazione nell'audiovisivo e all'esperienza significativa nella direzione o gestione di istituzioni culturali similari, verrà poi proposto per la nomina - come da statuto - al Consiglio di Amministrazione".
Che poi, alla fine, sarebbe stato chiamato comunque Enrico Magrelli, possessore di tutti i requisiti richiesti, non avrebbe formalmente fatto differenza. L'apparenza certo non è la sostanza ma almeno per un po' ci avrebbe aiutato a sognare di vivere in un Paese diverso.
2 comments:
SIAMO un paese "diverso". Ma non nel senso che auspica lei. Il cinema e le sue istituzioni sono lo specchio del Paese. La cosa però che mi colpisce sempre quando c'è una nomina nuova, in qualsiasi campo, è l'età anagrafica dei fortunati destinatari di nuova poltrona. Capisco il curriculum ma... un po' di fiducia ai giovani...no?
Ha perfettamente ragione. Non è originale ma in effetti il nostro "non è un paese per giovani". E il rimedio non è la fuga come recita la lettera "pubblicitaria" dell'altro ieri (sta per uscire un suo libro sull'argomento) di Pier Luigi Celli su La Repubblica...
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